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Parte 1
Erano tutti riuniti nella grande sala comandi, ognuno al suo posto, in silenzio, con gli occhi fissi sul Professor Gilmour che passeggiava nervosamente per la stanza. Aveva le braccia incrociate dietro la schiena, completamente assorto nei suoi pensieri, interrotti soltanto da un breve “uhmm” preoccupato.
Ad un tratto, Chang intervenne: “Dottore, c’è qualcosa che non va? Perché convocarci con tutta questa urgenza?”
Il buon Professore rivolse uno sguardo stanco ai suoi ragazzi: “Sì, figlioli… ci sono molte cose che non vanno… dovrete ascoltarmi attentamente perché sto per esporvi una nuova missione, molto più difficile di tutte quelle che avete affrontato finora!”
I nove cyborg si scambiarono occhiate interrogative.
Jet disse: “Ormai ci abbiamo fatto l’abitudine…”
Il dottor Gilmour lo interruppe: “Non a questo, ragazzo mio…” e, mentre parlava, posò davanti agli occhi di tutti un enorme volume dorato, con inciso sulla copertina uno stemma raffigurante un falcone. “Questo” continuò “è il libro di Akmen-Ra, un faraone dell’antico Egitto, è stato scritto nel 2.500 a.C. e forgiato nell’oro affinché potesse sopravvivere nel tempo…” poi aprì la pesante opera in un punto ben preciso ed indicò una figura sulla pagina “… e questa è la vostra missione”
I ragazzi si sporsero sul tavolo per osservare meglio e videro l’immagine di una pietra verde, molto simile allo smeraldo, intagliata in una collana anch’essa di colore verde.
“Che cosa dobbiamo fare professore?” disse Françoise.
“Voi, ragazzi miei, dovete ritrovare questa pietra!”
“Perché è così importante?” aggiunse Jet
“Dovete sapere che questa gemma è chiamata “la pietra del bene e del male”, una leggenda egizia narra che è antica quanto il mondo, se non addirittura creata con esso per volere degli dei e racchiude il destino dell’umanità nei secoli avvenire. Nessuno è mai riuscito a trovarla”
“E cosa le fa pensare che ci riusciremo noi, dottore?” disse Albert, un po’ scoraggiato da quell’affermazione.
“Perché dobbiamo riuscirci!” il professor Gilmour si irritò “Pensate se un potere del genere cadesse in mano ai Fantasmi Neri…potrebbero conquistare l’onniscienza… sarebbero in grado di convertire le sorti del mondo ai loro voleri… no, non deve accadere… dobbiamo trovare quest’oggetto e distruggerlo!”
“Ma se non sappiamo neanche da dove cominciare?” intervenne Bretagna.
“Non è del tutto esatto, 007” il dottore continuò “Pochi giorni fa, in Egitto, è stata fatta un’importante scoperta archeologica: il tempio di Thinis, generale al comando delle truppe del faraone Akmen-Ra, è stato riportato alla luce. Secondo le antiche scritture egizie, la gemma del bene e del male era stata donata dallo stesso faraone a Thinis, come premio di guerra ed era stata sepolta insieme al corpo del generale, ma…” fece una breve pausa “al momento dell’apertura del suo sarcofago… la pietra non c’era!”
“E quindi…?” disse ancora Albert
“Quindi, ciò significa che potrebbe non essere mai stata in quella tomba!”
“E come diamine facciamo a trovarla? A questo punto non sappiamo davvero da dove cominciare!” ribadì Bretagna.
“Sì, invece!” il dottor Gilmour prese una cartina geografica e la aprì sul tavolo “Sappiamo esattamente dove si trova il tempio… qui!” indicò un punto sul foglio “Questa è l’antica Bubastis, una città egizia molto famosa per il culto della dea Bastet, da cui prende il nome. La tomba di Thinis è stata ritrovata proprio qui” e continuò a tamburellare sulla cartina, indicando il luogo.
“Ma se gli archeologi non sono stati in grado di trovarla… significa che lì non c’è niente!” disse Chang.
“Non è del tutto vero.. la pietra potrebbe essere stata rubata nel corso dei secoli… i profanatori di tombe sono sempre stati molto attivi…”
“Ma… dottore… dovremmo poter tornare indietro nel tempo per sapere con certezza se quel gioiellino è stato davvero sepolto con il nostro amico Thinis” disse Jet scherzando.
Agli altri sfuggì un sorriso, ma non al buon professore, che rispose “Beh, ma è proprio quello che farete!”
Un “coooosa!” corale accompagnò quell’affermazione. Il dottor Gilmour riprese la parola “Vedete ragazzi miei, l’unica possibilità che abbiamo di trovare quella pietra è andare al tempio di Thinis… solo che dobbiamo andarci pochi giorni prima che il generale muoia…”
“Non capisco…” disse Jet
“Mi associo” convenne Bretagna
“Se la pietra è stata sepolta con lui al momento della morte, allora potremo tranquillamente recuperarla, altrimenti dovremo indagare ulteriormente…”
“Ma come facciamo a tornare indietro nel tempo?” disse Joe, prendendo la parola per la prima volta.
“Io ed un mio collega, il professor Kurumi, abbiamo costruito in gran segreto una macchina che permette di viaggiare a ritroso nei secoli, si trova proprio qui, nella nostra base, nascosta agli occhi di tutti, persino ai vostri ragazzi… nessuno doveva sapere…”
“E dove sarebbe?” chiesero all’unisono Chang e Punma.
“E’ situata nella caverna sottostante l’edificio… ma vi illustrerò le sue potenzialità quando la utilizzeremo… adesso pensiamo alla vostra missione!”
“Io sono prontissimo!” disse Jet, ma il dottor Gilmour lo interruppe istantaneamente. “No, 002, tu non andrai”
“E perché?” domandò, molto deluso
“I tuoi capelli rossi potrebbero creare problemi… il popolo egizio era molto diffidente con gli stranieri… partiranno solo in quattro: 009, 003, 007 e 008.”
“Ma questo non è affatto giusto!” Jet non voleva arrendersi.
“003, 007 e 009 hanno le caratteristiche somatiche più adatte alla missione, possono benissimo sembrare appartenenti ad una delle tante tribù sottomesse al dominio dell’impero egizio…” continuò il professore, ignorando il commento di 002 “… quanto a 008… la sua pelle scura può farlo passare per uno schiavo..”
“Va bene dottor Gilmour… siamo pronti”.
“Seguitemi ragazzi… dobbiamo prepararci al meglio… vi spiegherò tutto alla macchina del tempo”.
Il professore uscì dalla stanza, seguito dai quattro cyborg, mentre Jet continuava a lamentarsi “Uff.. per una volta che capitava qualcosa di davvero interessante…”
Parte 2
I cyborg scendevano lentamente nella grotta sottostante la base, seguendo il dottor Gilmour e stando in silenzio, aspettando pazientemente una spiegazione che potesse chiarire meglio i dubbi che li tormentavano.
Il professore giunse ad una grande porta scavata nella pietra e chiusa da un pesante catenaccio; l’aprì con forza ed entrò, facendo cenno ai suoi ragazzi di seguirlo. I quattro non esitarono, dopo tanti anni la fiducia che avevano riposto nel buon dottore non era mai stata scalfita; attraversata la soglia, si ritrovarono in un’enorme stanza, circondata da luci appese alle pareti che illuminavano uno strano congegno posto proprio in mezzo al pavimento. Il marchingegno era composto da una pedana sopraelevata, a forma di pentagono, dai cui lati si innalzavano grosse lamiere di vetro che arrivavano a sfiorare il soffitto. A Bretagna sfuggì un fischio di stupore: “Uhao… è davvero… come dire… ingombrante?”
Il Dottor Gilmour iniziò a parlare: “Allora, ragazzi… questa è la macchina del tempo che, come vi dicevo, abbiamo costruito qualche tempo fa io ed il mio collega. Vedrò di spiegarvi brevemente il suo funzionamento” il professore si avvicinò alla sua creazione “queste pareti sorgono direttamente dalla pedana sottostante e prendono energia da essa, poiché è collegata direttamente ad un generatore in grado di supportare grossi sbalzi di energia. Voi entrerete ponendovi al centro esatto del pentagono, io configurerò i parametri di viaggio ed azionerò il dispositivo: dopo pochi secondi vi ritroverete nell’epoca preimpostata da me.”
“A sentirlo così, sembrerebbe tutto molto semplice” intervenne 007
“Beh… ci sono comunque dei rischi” continuò il professore “questa macchina non è mai stata ancora utilizzata, quindi non possiamo prevedere che funzioni in maniera esatta. Quando sarete giunti a destinazione, non potremo comunicare in nessun modo…”
“Neanche telepaticamente?” chiese Françoise
“No, mia cara… quindi 001 non potrà esservi di alcun aiuto…”
“Questo potrebbe essere un problema” Bretagna era molto preoccupato
“Per favore, dottore, continui” disse risolutamente 009.
“Comunque… abbiamo buone probabilità… vi ho già spiegato lo scopo della vostra missione, adesso vi illustrerò le modalità del viaggio” il professor Gilmour riunì i quattro intorno a lui “dunque… vi manderò al giorno prima della morte del generale Thinis, sappiamo dai reperti storici che il suo tempio era già stato completato e che egli aveva già dato ordini di trasportare all’interno di esso tutti i suoi averi più preziosi”
“Forse sentiva l’approssimarsi della sua morte” disse Punma
“Non proprio ragazzo mio… i testi antichi narrano che il generale morì a causa di un complotto… fu ucciso nel suo letto con una coltellata alla gola… il colpevole non fu mai ritrovato”
“Mio Dio, è orribile” Françoise si portò istintivamente una mano sotto il mento.
“Già… ma secondo alcuni Thinis aveva meritato una morte così atroce… fu un generale molto crudele, non solo in battaglia, anche con i prigionieri di guerra… si pensa che in 30 anni di carriera militare avesse torturato ed ucciso più di due milioni di persone… ma queste sono solo leggende, non abbiamo prove sicure…”
Joe intervenne “Una volta arrivati, cosa dovremo fare professore?”
“La macchina funziona in modo molto semplice, nonostante la sua complessità. Quando sarete entrati, sentirete una specie di ronzio in testa… non dovrete preoccuparvi… vuol dire che procede tutto per il meglio… il ronzio diventerà man mano più forte, finché vi sembrerà di perdere il contatto con la realtà. Sarà questione di pochi secondi e vi risveglierete alla base della piramide di Thinis, nella città di Bubastis… a quel punto… è tutto in mano vostra figlioli.”
I ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi Joe parlò a nome di tutti “Siamo pronti, professore, possiamo partire anche subito!”
Al buon dottore sfuggì un sorriso “E dove credete di andare vestiti in quel modo?”
I quattro osservarono istintivamente le loro uniformi da battaglia; Bretagna disse “Beh… che c’è che non va nel nostro abbigliamento?”
“Caro 007… non hai molta confidenza con la storia non è vero? Pensate di passare inosservati nell’Antico Egitto con quegli abiti?”
007 divenne rosso come un peperone “Non ci avevo pensato…”
“Immaginavo… non preoccupatevi… ecco” il dottor Gilmour consegnò ad ognuno un fardello preso da uno scaffale della stanza “voi tre ragazzi indosserete questi… sono gonnellini di lino tipici del periodo… il torso deve rimanere nudo, mi raccomando, solo il faraone poteva coprirlo… tu mia cara invece indosserai questa tunica azzurra. E queste sono le vostre calzature…” detto questo passò nelle mani di tutti un paio di sandali di cuoio.
“Accidenti… ma guarda se alla mia età mi tocca mettere la gonna!” esclamò Bretagna
“Eppure dovresti essere ormai abituato ai travestimenti…” commentò Punma.
I cyborg scoppiarono a ridere ed il professor Gilmour li lasciò fare, poi prese di nuovo la parola “Sono contento che l’umore sia alto… Un’unica raccomandazione: avete cinque giorni di tempo per trovare la pietra, distruggerla e tornare a casa, poiché la dimensione spazio-temporale aperta dalla macchina ha infatti una durata limitata… vi rammenterò il tutto alla partenza…ora andate a cambiarvi figlioli… vi aspettano momenti difficili”. I quattro uscirono e si recarono ognuno nelle proprie stanze, ancora ignari delle avventure che li aspettavano.
Parte 3
Françoise era seduta sul suo letto, immersa nei suoi pensieri Se un giorno mi avessero detto che avrei viaggiato nel tempo non ci avrei mai creduto; alzò gli occhi verso lo specchio davanti a sé: indossava la tunica azzurra ed i sandali che li aveva consegnato il dottor Gilmour per la missione. Forse è il caso che sistemi anche il viso ed i capelli, in modo da sembrare una vera donna egizia.
Si mosse verso il cassettone sottostante il suo specchio, lo aprì e ne tirò fuori una piccola cordicella per i capelli ed un astuccio con alcuni accessori per il trucco; non ne possedeva poi molti, visto che aveva sempre preferito avere un viso acqua e sapone. Disegnò lentamente il contorno degli occhi con una lieve linea di eye-liner e passò il mascara nero sulle ciglia, dopodichè raccolse i capelli in una lunga coda che le ricadeva sulle spalle Beh… può andare pensò, voltandosi prima a destra e poi a sinistra.
“Ehi… che visione..” una voce dietro di sé la distolse dalle sue riflessioni.
“Albert… da quando non si usa più bussare prima di entrare nella camera di una ragazza?”
“Scusami… ma… la porta era aperta…” disse imbarazzato.
Françoise sorrise “Stavo scherzando… in fondo non è mica una prerogativa di 007”
Albert sorrise di rimando “E’ vero… solo che non sono abituato a vedere che ti burli di qualcuno”
“Già… come mai sei qui?” disse, cercando di cambiare discorso.
“Sono venuto per parlare un po’ con te, vedere come stai a poche ore dalla partenza.”
“Sto bene”
“Sicura?”
“Beh… ma sì, in fondo è una missione come un’altra” Françoise divenne improvvisamente pensierosa.
“Non è vero ed in fondo al tuo cuore lo sai benissimo” disse Albert.
Lei cominciò a tormentarsi il vestito con le mani: “Hai ragione… ho un po’ di timore… ma non per me… non ho paura che mi accada qualcosa… la morte non mi spaventa… ho paura di non poter rivedere tutti voi” una lacrima le scese sulla guancia
“Tutti noi… o una persona in particolare?”
Françoise alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi indagatori di Albert…
“A te non posso nascondere proprio niente vero?” disse sconfitta
“Bambina, i tuoi sentimenti sono fin troppo evidenti, credimi”
“E’ vero” continuò “ ho paura che accada il peggio e che, in qualche modo, io non lo rivedrò mai più”
“Perché non gli parli Françoise?”
“Non ne ho il coraggio…”
“Questo tira e molla finirà per distruggervi entrambi… guarda che anche Joe prova qualcosa di molto forte per te”
“Credi?... Non so… a volte è così dolce con me, in altri momenti invece lo sento così lontano… non so proprio cosa fare”
“Bambina, mi permetti di darti un consiglio?”
Lei non rispose alla domanda, si limitò a guardarlo aspettando che Albert concludesse “Non lasciate trascorrere il tempo oltre in questa situazione di stasi… i giorni passano Françoise, inesorabilmente, e prima o poi potreste pentirvi entrambi di aver sprecato quelli che potevano essere momenti preziosi…”
“Oh Albert…”
“Io ho amato molto bambina, prima che mi privassero della mia umanità e facessero di me una macchina, ho amato molto… e l’amo ancora oggi… la mia povera Hilda… se solo non avessimo deciso di attraversare il muro…”
“Non è stata colpa tua…”
“Ne sei sicura?... Non lo so…a volte penso che se l’avessi amata di più avrei aspettato, non sarei stato così impulsivo…”
Françoise era immobile, riusciva a percepire il dolore del suo amico come se fosse suo, un dolore che ti lacera l’anima in profondità….
“Mi dispiace Albert… non volevo rievocare momenti così dolorosi per te…”
“Vedi… io non ho mai dimenticato… e mai potrò dimenticare. La vita va avanti, è vero, ma il tempo non cancella i ricordi, aiuta soltanto a sopportarli di più. La mia mente, il mio cuore, sono sempre con Hilda, in ogni istante. Io ho perso l’occasione, ho perso l’amore, io non saprò mai come doveva andare, non saprò mai se sia stato giusto o sbagliato… ma…credimi bambina… è molto meglio incontrarsi, amarsi e poi perdersi che non incontrarsi affatto.”
Françoise non sapeva che cosa dire, si avvicinò ad Albert e lo abbracciò, cercando in qualche modo di trasmetterli tutto il suo affetto, di fargli sentire che non era solo, che aveva comunque molte persone vicine che lo amavano. Dopo qualche minuto, lui la allontanò da sé, le asciugò le lacrime e le disse “Adesso basta piangere… state per affrontare un percorso molto difficile… andrà tutto bene ne sono sicuro… ti auguro buona fortuna mia piccola ballerina”
“Grazie…”
Detto questo, Albert uscì dalla stanza, lasciandola agli ultimi preparativi per il viaggio.
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Aveva ascoltato tutto… era andato da lei per poter discutere della missione, come facevano sempre, ma si era accorto che stavano parlando. Non voleva disturbare, così si era fermato sulla soglia della porta della stanza di Françoise; era rimasto lì finché non aveva sentito Albert salutarla. Allora, si era allontanato, pensando alle parole che si erano scambiati.
Vorrei tanto dirti quello che provo amore mio, ma non ci riesco, è più forte di me… ho paura… paura di soffrire ancora… non riuscirei a sopportarlo.
Si diresse verso la caverna della macchina del tempo ed attese l’arrivo dei suoi compagni, al buio, nella più completa solitudine… in fondo era sempre stato solo…
Parte 4
Quando il dottor Gilmour entrò nella grotta, seguito da 003, 007 e 008, lo trovò già lì ad aspettarli. Nessuno parlò e, in religioso silenzio, ascoltarono le ultime raccomandazioni del professore: “Allora figlioli, ci siamo… ricordatevi che avete solo cinque giorni di tempo per completare la vostra missione… cercate di non dimenticare il luogo esatto dove vi sveglierete, perché sarà da lì che dovrete tornare, dovrete ripartire alla medesima ora in cui arriverete, o rischiate di rimanere bloccati in un’altra epoca. Ed ora… prendete posto nella macchina”
Detto questo, i quattro entrarono nel marchingegno e rimasero in piedi al centro del pavimento, l’uno di fronte all’altro.
“Cominciamo… in bocca al lupo ragazzi miei”
Queste furono le ultime parole che udirono dal dottor Gilmour; immediatamente,le pareti di vetro si richiusero intorno a loro e furono investiti da un raggio di luce accecante, chiusero gli occhi e sentirono il respiro venir meno a poco a poco… finché non persero i sensi…
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“007…007… sveglia… avanti alzati!” Joe stava scrollando il povero Bretagna, che stentava a riprendersi.
“Ohi ohi ohi… la mia povera testa… ma… ma dove diavolo siamo?” 007 aprì gli occhi e si ritrovò disteso in mezzo alla sabbia del deserto, circondato da un’enorme costruzione in pietra…
“Sembra che sia andato tutto bene” intervenne Françoise “questa è la piramide di Thinis, come ci aveva detto il professore”
“Come ti senti 007?” disse Punma
“Meglio adesso… anche se mi sento la testa un po’ pesante…”
Joe prese di nuovo la parola “Forza ragazzi, dobbiamo trovare quella pietra, prima ci riusciremo, prima finirà questa storia. Che ne dite se iniziassimo a perlustrare la piramide?”
“E da dove cominciamo?” chiese Bretagna “Noi non sappiamo niente di questi colossi!”
“Non è proprio così” disse Françoise “prima di partire ho preso qualche informazione sulla piramide di Thinis. Penso di sapere come muovermi al suo interno”.
“Ne sei sicura?”
“Sì… vedi, questa particolare piramide ha corridoi e stanze nella parte superiore della struttura, e due condotti a nord che conducono entrambi ad una camera al livello del suolo, presumibilmente dove si trova il sarcofago del generale. I due condotti sono rivolti uno verso la stella polare, Alpha Draconis, e l’altro verso la testa dell'Orsa Minore, che secondo la religione egizia rappresentava l'ascia celeste di Horus”.
“Accidenti… sembra di sentire l’enciclopedia universale!”
“Basta 007” disse Joe, poi, rivolgendosi a Françoise “come procediamo?”
“Dobbiamo raggiungere la tomba di Thinis, non importa quale strada prenderemo all’interno, entrambi i condotti giungono alla camera sepolcrale. Seguitemi…”
I quattro si avviarono in fila indiana all’interno della costruzione e grazie alle indicazioni di 003 riuscirono in breve tempo ad arrivare al sarcofago del generale; ma li attendeva un’amara sorpresa…
“Ma qui non c’è niente… niente di niente” esclamò Bretagna.
La stanza funeraria di Thinis era completamente spoglia, nessun sarcofago, nessun geroglifico sulle pareti, nessun oggetto, nulla…
“Sei sicura di non aver sbagliato direzione?” le disse Punma
“Assolutamente… il luogo è giusto… non riesco a capire come mai sia del tutto vuoto”
“Forse gli storici hanno commesso degli errori di valutazione… forse…” ma Joe non fece in tempo a finire la frase… fu interrotto da un rumore sinistro e dalla comparsa di una figura imponente sulla soglia della stanza, seguita da un manipolo di soldati.
“In nome del grande faraone Akmen-Ra, voi chi siete?” L’uomo che aveva proferito quelle parole era alto, indossava un perizoma che gli arrivava alle ginocchia, con una sorta di grembiule a pieghe e una punta sporgente, accompagnato da una specie di mantello. Portava al collo una collana con un numero indefinito di gioielli che rappresentavano mosche dorate, simbolo di grande riconoscimento per il valore militare.
I quattro rimasero senza parole…non tanto per la lingua (comprendevano benissimo l’egiziano antico, grazie ad un apposito chip impiantato nei loro sistemi dal dottor Gilmour), quanto per l’aura di potere che quell’uomo emanava tutt’intorno a sé… “Allora, ve lo ripeto, chi siete e cosa ci fate qui?”
Françoise si fece coraggio, accennò un inchino e rispose “Generale, perdonate la nostra avventatezza. Veniamo da molto lontano, apparteniamo ad un’antica tribù ittita, non conosciamo questi luoghi ed avevamo bisogno di un posto dove riposare per la notte” non è proprio una menzogna in fondo.
Thinis squadrò la ragazza dall’alto in basso, poi volse lo sguardo verso i tre che erano con lei… “Questo non vi autorizza a profanare la mia tomba con la vostra presenza”
Joe stava per reagire, ma Françoise lo bloccò posandogli una mano sul braccio; il generale chiamò a raccolta i suoi soldati… “Guardie! Costoro sono miei prigionieri in nome del divino faraone… conduceteli alle prigioni sotto il mio palazzo!”
Françoise continuava a stringere il braccio di Joe, impedendogli così ogni tentativo di opposizione ed, intanto, scosse la testa a Punma e Bretagna in segno tacito di non resistenza.
Le guardie di Thinis, armate di lance ed archi, legarono loro i polsi e le caviglie con pesanti catene, poi li trasportarono allo scoperto, per condurli alla reggia del generale.
Mentre camminavano nella sabbia, Joe si rivolse a Françoise in modo da non farsi sentire dagli altri “Questa non la capisco… potevamo benissimo sconfiggerli senza fatica”
La ragazza rispose tranquillamente “No… se nella piramide di Thinis non c’è niente, vuol dire che la pietra del bene e del male si trova in un altro posto, molto probabilmente la tiene nascosta da qualche parte… abbiamo più probabilità di trovarla se cercheremo nei luoghi a lui vicini.”
Joe assunse un’espressione rassegnata “Hai ragione… come al solito…”
Françoise li rivolse un dolce sorriso e, nonostante la situazione in cui si trovavano, lui pensò che era la cosa più bella che avesse mai visto.
Parte 5
All’arrivo al grande palazzo del generale Thinis, Joe, Punma e Bretagna furono separati da Françoise e rinchiusi in celle diverse.
La ragazza venne condotta ad un’angusta prigione nei sotterranei dell’edificio e fu letteralmente scaraventata al suo interno.
“E vedi di stare buona e zitta… lo sai che cosa facciamo qui a chi parla troppo?” la guardia che la teneva in custodia mimò con la mano destra un segno inequivocabile, che partiva dalla sua parte sinistra della gola e giungeva alla parte destra; detto questo, chiuse a chiave la cella e la lasciò sola, nell’oscurità assoluta.
Non appena i suoi occhi si furono abituati al buio che la circondava, Françoise si accorse che non era sola… in un angolo nascosto della prigione, era seduta una giovane, con le mani raccolte intorno alle ginocchia, teneva il capo chino e sembrava non essersi resa conto della nuova arrivata.
“Vedo che non sono l’unica qui dentro…” 003 cercò di cominciare una conversazione.
La ragazza alzò la testa… era molto bella, nonostante le condizioni in cui era costretta, aveva la pelle ambrata, lunghi capelli neri che le ricadevano ai lati del volto e profondi occhi verdi… le rivolse uno sguardo angosciato.
Mio Dio, avrà sì e no la mia età pensò Françoise, “chi sei, come ti chiami?”
“Non ci è permesso parlare” le rispose
“Non credo che possano sentirci tanto facilmente se parliamo sottovoce, sei d’accordo?” e, nel dire questo, le strizzò un occhio in segno di intesa.
La giovane le sorrise in modo stentato…
“Allora, come ti chiami?”
“Il mio nome è Hathor…”
“Porti il nome della grande dea-madre egizia… dimmi… sei un’egiziana?”
La ragazza rimase sorpresa dalla conoscenza di Françoise sulla religione, così si aprì un po’ di più… “No, appartengo ad un popolo straniero, gli hyksos, ma mia madre era egiziana, era molto devota alla dea Hathor, così quando sono nata, mi ha dato il suo stesso nome” nel proferire queste parole, si portò istintivamente la mano destra ad un ciondolo che portava al collo.
Françoise si accorse subito di quel gesto ed indicò l’oggetto “Dev’essere molto bello… posso vederlo?”
Hathor tolse la mano che copriva il gioiello e 003 ebbe un tuffo al cuore: era la pietra del bene e del male! Cercando di non far trasparire le sue emozioni, continuò a parlare: “E’ davvero meraviglioso… che cos’è?”
“E’ una gemma portafortuna… apparteneva a mia madre, quando è morta l’ha donata a me, facendomi promettere di non separarmene mai… per questo mi trovo qui…”
“Che cosa intendi dire?”
“Il generale Thinis vuole questa pietra… ha sterminato il mio popolo per trovarla…ma io non me ne separerò mai… preferisco morire!”
Poverina pensò Françoise la capisco perfettamente… è l’unico ricordo che le rimane della madre.
“Vedi… la pietra mi protegge dal male… quando Thinis ha cercato di prenderla, mi ha protetta, emanando un raggio di luce che lo ha stordito. C’è una leggenda che narra che la gemma deve tramandarsi spontaneamente tra un successore e l’altro, non può essere ottenuta con la forza, altrimenti perderebbe tutte le sue virtù. Il generale conosce bene questa storia, così mi ha rinchiusa qui dentro, finché la prigionia non mi sposserà definitivamente ed io sarò costretta a dargli la pietra…”
Françoise si avvicinò alla ragazza e l’abbracciò teneramente “Non succederà mai… non preoccuparti…sai… io non sono sola, ci sono degli amici insieme a me e presto verranno a liberarci, puoi starne certa”
Hathor alzò lo sguardo su Françoise: i suoi modi gentili, la sua dolcezza, la calmarono… “Grazie… sei così buona… come ti chiami?”
“Françoise”
“Che strano nome… non l’avevo mai sentito prima… sei di qualche tribù al nord?”
A 003 sfuggì un sorriso “Diciamo di sì…”
Joe… ho bisogno di te… aiutami…
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Dall’altra parte del palazzo, nella sua cella, Joe sembrava un leone in gabbia..
“Andiamo amico… 003 sa quello che fa” disse Punma.
“Dobbiamo uscire di qui, più passa il tempo e meno probabilità abbiamo di salvarla e tornare a casa”
Bretagna intervenne “Dobbiamo anche trovare la gemma…”
“Al diavolo quella maledetta pietra!” esplose Joe “Non me ne importa un bel niente…voglio trovare Françoise ed andarmene al più presto!”
007 e 008 si scambiarono uno sguardo preoccupato…
Improvvisamente, udirono delle voci in lontananza…probabilmente due soldati di Thinis…
“Sembra che il generale abbia trovato un nuovo passatempo…”
“Già… non mi dispiacerebbe un giocattolino del genere… hai visto com’è bella? I suoi capelli sembrano d’oro”
“Eh sì… ma presto diventerà proprietà privata… non ti consiglio neanche di guardarla, il generale sarebbe capace di cavarti gli occhi”
“Hai proprio ragione amico…. Ahahahahah!”
Joe, avendo compreso subito l’argomento della discussione, divenne una furia al suono di quelle parole “Ora basta! Bretagna… facci uscire di qui! Non possiamo aspettare un minuto di più!”
“Ma… 003 ha detto…”
009 si voltò, al colmo della collera, “Ho detto… FACCI USCIRE IMMEDIATAMENTE!”
007 pensò bene di non contraddirlo “Ok…” si trasformò in un topolino e, velocemente, uscì dalla cella. Non appena vide la guardia all’ingresso, prese di nuovo le sue sembianze e, con un colpo ben assestato dietro la nuca del malcapitato, gli fece perdere i sensi; poi, raccolse le chiavi della prigione e fece uscire i suoi amici.
“Ben fatto” disse Punma
“Ragazzi, dobbiamo perlustrare ogni angolo di questo edificio, d’accordo? Dobbiamo trovarla…iniziamo da qui… se abbiamo fortuna sarà in una di queste celle… avanti!”
“D’accordo!” risposero gli altri due e scomparirono nei cunicoli della prigione.
Resisti amore mio… sto venendo da te…
Parte 6
Le due ragazze erano ancora abbracciate, cercando di confortarsi l’una con l’altra, quando Françoise avvertì una presenza estranea avvicinarsi; dopo pochi minuti, una guardia aprì la cella…
“Tu!” disse, indicando 003 “vieni con me… muoviti!”
Hathor le rivolse uno sguardo preoccupato, ma Françoise scosse la testa “Andrà tutto bene… abbi fiducia in me”, dopodiché si alzò, sciogliendosi dall’abbraccio della giovane, e seguì il soldato.
Percorsero un lungo corridoio e giunsero ad una rampa di scale che conduceva presumibilmente ai piani superiori del palazzo… “Dove mi stai portando?” chiese, ma non ottenne risposta. La guardia si limitò ad indicarle di seguirlo sui gradini; 003 obbedì, ma, senza farsi notare, sfilò il pugnale dalla tasca sinistra dell’armatura del soldato e lo nascose sotto la tunica.
Arrivarono ad una stanza al secondo piano; qui, le furono tolte le catene, le fu ordinato di aspettare e rimase da sola. Françoise si guardò intorno: la camera era arredata in modo semplice, non aveva altro che un enorme letto che si affacciava su un grande balcone…. Improvvisamente, fu colta da un brutto presentimento…
Non fece in tempo a dar forma ai suoi pensieri che la porta si aprì ed entrò il generale Thinis; non indossava i paramenti militari, aveva solo un corto gonnellino ed era a piedi nudi. Françoise distolse istintivamente lo sguardo, imbarazzata…
“Salute a te, mia cara” le disse “il nostro primo incontro non è stato dei più piacevoli… ma possiamo riprovare… come ti chiami?”
Silenzio.
“Non ti conviene tacere… so che conosci bene la mia lingua”
Ancora… silenzio. Calma Françoise, devi restare calma…
Il generale intanto la stava guardando… era davvero molto bella, ma non era un’egiziana… i suoi tratti somatici indicavano che era straniera… aveva detto di essere ittita… doveva scoprire qualcosa di più.
“Che cosa fate tu ed i tuoi compagni nel mio regno?”
Nessuna risposta.
Thinis cominciò ad irritarsi… un lampo di odio attraversò i suoi occhi, ma lo dominò… la lunga carriera militare lo aveva trasformato in un uomo assetato di sangue e di vendetta…
“Non vuoi rispondermi vero? Non fa niente… avremo tutto il tempo per parlare”
Françoise si voltò verso l’uomo, stava per dire qualcosa, ma lui si avvicinò a lei, le circondò la vita con le braccia, la avvicinò a sé e la baciò…003 non si aspettava questa reazione…
In un istante, riprese il controllo, alzò la mano e graffiò l’occhio destro del generale con tutta la forza che aveva in corpo.
Thinis emise un urlo di dolore e la lasciò andare; lei ansimava di terrore…
“Piccola sgualdrinella… ti insegnerò io le buone maniere!” disse e, con una sola mano, la afferrò al collo, sollevandola da terra “Nessuna donna ha mai osato fare questo… ti ucciderò stupida insolente!”.
Françoise non sentiva più niente, le energie la stavano abbandonando, per la prima volta in vita sua aveva davvero paura… con un ultimo sforzo di volontà, prese il pugnale ancora nascosto sotto il suo abito e… un movimento fulmineo…
Il generale crollò sul suo letto, senza un gemito, la gola squarciata da parte a parte..
L’ho ucciso…
Tornarono alla mente di Françoise le parole del dottor Gilmour “i testi antichi narrano che il generale morì a causa di un complotto… fu ucciso nel suo letto con una coltellata alla gola… il colpevole non fu mai ritrovato”
Oh mio Dio… io… sono stata io!....
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Nel frattempo, correndo ed abbattendo un soldato dopo l’altro, Joe arrivò nel cunicolo dove si trovavano le ultime celle… dev’essere qui… fu raggiunto dopo pochi secondi da Bretagna e Punma.
“Allora?”
“Niente… le uniche celle rimaste sono queste…”
“Françoise… Françoise… dove sei?” cominciò a chiamarla disperatamente…
Hathor sentì pronunciare il nome di quella ragazza… ma chi poteva essere?... oh, sì.. le aveva detto che non era sola…
Si alzò dal suo angolo e si avvicinò alla porta della sua prigione, cominciando a sbattere violentemente le catene che le legavano i polsi contro le sbarre…
“Ehiiiii… ehiiii… qua… sono qua…. Aiuto!!!”
I tre si precipitarono al suono di quella voce, ma la speranza scomparve dai loro volti quando videro che la richiesta di soccorso proveniva da un’altra persona e non da 003.
“E tu chi saresti?” domandò Bretagna
“Mi… mi chiamo Hathor… la ragazza che cercate…”
“Sai dov’è?”
“Sì… sì… era qui con me fino a poco fa, poi sono venuti a prenderla e l’hanno portata di sopra…”
“Accidenti” esclamò Punma
Hathor riprese subito la parola “Liberatemi… vi aiuterò a cercarla… presto”
“Come facciamo a fidarci di te… non sarà una trappola?” disse Joe
“Vi giuro sulla grande madre di cui porto il nome che non sto mentendo… Françoise è stata buona con me, mi ha confortato quando ne avevo più bisogno…adesso devo esserle utile…”
Sul viso di Joe comparve un sorriso… “Già… è proprio da lei comportarsi così…”
Punma li riscosse “Avanti… dobbiamo muoverci… ogni istante che passa può essere fatale per 003”
“Hai ragione… Bretagna… falla uscire”; 007 si trasformò in una chiave che, facilmente, entrò nella toppa della porta della cella, che si aprì cigolando; Hathor esclamò “Santa madre! Ma… questa è stregoneria!”
“No… no…” Joe cercò di calmarla “ti spiegheremo tutto più tardi…dobbiamo trovare Françoise adesso, vieni” le porse una mano e lei, titubante, la prese….
I quattro si avviarono velocemente ai piani superiori…
Parte 7
Quando la trovarono, lei era ancora immobile, con il pugnale insanguinato stretto in mano, fissava il corpo inerme del generale Thinis…
Joe comprese immediatamente quello che era successo… “Françoise…” disse piano; lei non si mosse, si limitò a voltarsi verso di lui… stava piangendo…
“Non è colpa tua, Françoise” mentre pronunciava queste parole, si avvicinò a lei, le prese il viso tra le mani, tentando di placare il suo dolore “Non avevi scelta… mi hai capito?... Non avevi altra scelta!” continuava a ripeterlo come un mantra “non avevi altra scelta!”
Le tolse la lama dalle dita e la fece cadere sul pavimento, lontano da lei; quel suono la risvegliò da quello che le era sembrato un terribile incubo… ma non lo era, era la realtà… aveva ucciso un uomo… lo aveva fatto altre volte, sì, ma mai a sangue freddo…
“Joe…”
Non le dette il tempo di replicare… “Dobbiamo andarcene da qui, rischiamo di farci scoprire…” si rivolse ad Hathor “puoi farci uscire dal palazzo senza essere visti?”
La ragazza ci pensò su un momento, poi “Sì… dobbiamo raggiungere la scala che porta alle riserve di grano sotto l’edificio… da lì potremo andarcene indisturbati”
“Bene… muoviamoci… indicaci la via”
Attraversarono senza difficoltà le varie sezioni della casa, poiché 007, 008 e 009 avevano già provveduto a decimare un gran numero di soldati ed i pochi che erano rimasti si dettero alla fuga, pensando di avere a che fare con il male personificato.
Si ritrovarono all’esterno in breve tempo; Punma fece emergere subito il suo lato pratico “Dobbiamo ancora trovare la pietra prima di poter tornare a casa”
Françoise, che era rimasta in silenzio fino a quel momento, prese la parola “Non è necessario… so benissimo dov’è”
Gli altri tre la guardarono in modo interrogativo; 003 si avvicinò ad Hathor ed indicò il gioiello che portava al collo “Eccola qui!”
Bretagna esclamò “Forza allora… che aspettiamo? Distruggiamola, così ce ne andremo da quest’inferno!”
Hathor si portò istintivamente una mano alla gemma, con fare protettivo, non capiva il senso di quelle parole; Françoise interruppe subito 007 “Non possiamo”
“Ma… ma perché.. è solo una pietra senza valore!”
“Per noi forse!” inveì 003 “ma per lei questa pietra senza valore è l’unico ricordo che le rimane di sua madre!”
Un silenzio di tomba scese sul gruppo; Joe stava guardando la sua Françoise… era così determinata… in fondo la capiva perfettamente… lui non aveva mai conosciuto la sua famiglia, ma lei sì… in quella ragazza dai capelli scuri rivedeva se stessa tanto tempo fa… quando aveva perso tutto…
“Va bene” sospirò “faremo come vuoi tu”
Bretagna non era affatto d’accordo “Accidenti Joe! Così non possiamo tornare indietro! Dobbiamo completare la missione”
“Troveremo un altro modo! Abbiamo ancora quattro giorni di tempo. Ed ora andiamocene di qui, siamo ancora troppo vicini al palazzo di Thinis, potrebbero scoprirci”
Nell’attimo esatto in cui disse quelle parole, Françoise percepì uno strano rumore alle sue spalle… un suono velato… il vento? No… ma cosa poteva essere? Poi… di colpo… comprese. “ATTENTA!!!” gridò, ma era troppo tardi… fece appena in tempo a scagliare a terra Hathor, affinché non fosse colpita dalla freccia lanciata da un arciere nascosto ai loro occhi.
Purtroppo, 003 non riuscì ad evitare l’impatto con il dardo, che la colpì in pieno petto; sul seno della ragazza comparve una macchia rossa, che sì aprì lentamente, come la corolla di un fiore, lasciandola priva di sensi.
“NOOOOOOOO!” Joe perse completamente il lume della ragione; l’arciere ebbe solo un istante per incoccare una nuova freccia, quando una furia cieca gli passò vicino, spezzandogli il collo senza troppi complimenti. Quando l’assassino cadde a terra, 009 era già tornato dai suoi compagni…
“Cristo santo…” disse Punma “sta perdendo molto sangue… dobbiamo fermare l’emorragia o…”
“No!” Joe non voleva sentire quella parola “Non dirlo neanche per scherzo!”
“Se almeno il dottor Gilmour fosse qui con noi” Bretagna aveva le lacrime agli occhi…
“Io posso aiutarla” i tre si voltarono verso Hathor… come poteva quella ragazzina salvare Françoise?
“Davvero… conosco bene le arti mediche, le pratico fin da bambina… ho curato molte persone da allora.”
“Ma… vedi… noi non siamo proprio persone normali…” cominciò a dire Punma
La ragazza lo fece tacere con un gesto della mano “Non mi importa chi siete… da dove venite… non mi interessa sapere niente… quello che conta è che mi avete aiutato nel momento del bisogno ed io ora aiuterò voi…”
La sua voce era ferma e risoluta, a testimonianza di grande forza e saggezza nonostante la giovane età. Joe acconsentì “E sia… che cosa facciamo?”
“Non qui” rispose Hathor “vedete laggiù?” e indicò la foresta circostante “là dentro, immersa tra gli alberi, c’è la mia casa. Lì ho tutti gli strumenti necessari per poterla curare, portiamola là…”
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La casa di Hathor era solo una piccolissima stanza, ma attrezzata come una delle più moderne sale chirurgiche. Deposero Françoise sopra un grande letto, ricoperto da una stuoia ed alcune coperte; nel frattempo, aveva ripreso conoscenza.
“E’ un bene che tu sia sveglia… devi rimanere vigile d’accordo?” le disse Hathor e lei annuì debolmente. La ragazza le strappò la tunica per esaminare la ferita e gli altri tre distolsero lo sguardo…
“Non è il momento di farsi prendere dal senso del pudore!” esclamò “Ho bisogno del vostro aiuto per estrarre la freccia!”
007, 008 e 009 rimasero pietrificati dal tono di comando che aveva la voce di Hathor “Avanti, tu…” disse a Joe “Tienila ferma per le spalle, tu…” fu la volta di Punma “tienile le gambe in modo che non scalci e tu…” per finire con Bretagna “portami quelle bende, ago e filo che sono là sul tavolo!”
Mentre i tre eseguivano gli ordini, lei pose una mano sulla fronte di Françoise… le sue parole divennero più dolci “Questo ti farà molto male, ma ti prometto che sarà solo un istante!”
003 annuì “Mi… fido… di …te” era sempre più debole
Hathor fece un cenno con il capo a Joe e Punma, che rafforzarono la presa… poi prese la freccia con una mano e, con un movimento fulmineo, la estrasse dal corpo di Françoise. La ragazza urlò di dolore e perse di nuovo il contatto con la realtà, ma Hathor fu così veloce che, in pochi minuti, le aveva medicato la ferita e l’aveva ricucita con ago e filo.
Si alzò in piedi a lavoro ultimato… “E’ fatta” disse, poi si volse verso gli altri “se la caverà… è una donna molto forte”
Sul viso di Joe comparve un sorriso di gratitudine, ma prima che potesse dire qualcosa, Hathor lo prevenne “Dovete uscire adesso… resterò io con lei… devo essere sicura che la ferita non faccia infezione, comunque, se supera la notte potrò dichiararla fuori pericolo”
I tre uscirono obbedienti e rimasero per molto tempo fuori dalla porta di casa in attesa di notizie; quando si accorse che la situazione non cambiava con il trascorrere dei minuti, Joe si allontanò dal gruppo. Camminò per ore, finché si inginocchiò sul terreno, spossato, e per la prima volta in vita sua pregò… pregò con tutto il suo cuore…
“Signore, non so se puoi sentirmi… ti prego ascoltami… tu che vedi tutto… non portarmela via… non portarmela via….”
Parte 8
La notte ed il giorno seguente trascorsero tranquillamente, Françoise si era ripresa ed era riuscita anche a mangiare qualcosa, anche se Hathor non le aveva ancora dato il permesso di alzarsi.
Alla quarta sera, tutti, eccetto 003, erano riuniti intorno al fuoco e stavano parlando…
“E così voi sareste… come avete detto che vi chiamate?”
“Siamo cyborg, esseri metà uomini e metà macchine. Io sono Joe, lui è Punma e questo è Bretagna”
“E venite dal futuro?”
“Proprio così…”
“Credo di capire… anche se mi riesce difficile credere che nel futuro possano esistere persone come voi”
“Eppure noi siamo la prova vivente”
“Già” disse Hathor “ma dimmi, tu saresti l’uomo di Françoise, non è vero?”
Gli altri due scoppiarono a ridere, mentre Joe avvampò e cominciò a balbettare “No… no… ecco… io…”
“No? Beh, strano… ti comporti come se lo fossi” lo disse in modo così naturale che 009 non trovò le parole per reagire “Però…” continuò lei “ora è sveglia e sta bene, perché non vai da lei…”
Non era una domanda, e Joe, in cuor suo, desiderava tanto vederla, così, senza rispondere, lasciò gli altri intorno al fuoco ed entrò in casa.
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Françoise era sdraiata sul suo letto, quando sentì arrivare qualcuno…
“Posso entrare?”
Si volse e vide Joe sulla porta… “Certo” disse. Si mise a sedere, stringendo le coperte intorno a sé… la sua tunica ormai era da buttare e lei non indossava niente.
“Non devi sforzarti”
“Non ti preoccupare… sto bene ora”; era vero, Hathor le aveva tolto le bende e quasi non si vedeva la cicatrice della ferita.
Joe le si avvicinò e si sedette ai bordi del letto, restando in silenzio.
“Come sta Hathor?”
A lui sfuggì un sorriso “Sei sempre la solita… hai rischiato di morire… eppure non smetti mai di preoccuparti degli altri…”
Ma lei rimase in silenzio; Joe le sfiorò una guancia con due dita “Stavolta ho avuto davvero paura di perderti…”
“Non puoi perdere qualcosa che non hai” la voce di Françoise era fredda… non conosceva questo lato di lei… subito ritirò la mano…
“Ascolta Joe” disse “io sono stanca… stanca di sperare in qualche cosa che non esiste… non ce la faccio più… Tu sai benissimo i sentimenti che provo per te… io ti amo, ti ho amato fin da quando ti ho conosciuto… ti ho aspettato tanto.. ho sopportato in silenzio le tue sbandate per altre donne, cercando di convincermi che tanto, prima o poi, ti saresti accorto del mio amore… Ma dimmi Joe, a cosa mi è servito tutto questo?... io non ho niente.”
Le sue parole erano come lame che si conficcavano dentro il suo cuore.
“Adesso ho bisogno di sapere…” continuò “devo sapere che cosa senti per me. Dimmelo Joe, dimmelo chiaramente così potrò mettermi l’anima in pace e smettere di soffrire…” disse queste ultime frasi singhiozzando.
Lui non rispose, le sue parole lo avevano profondamente scosso… no, non l’avrebbe persa mai più… in silenzio, le prese il volto tra le mani e la baciò; continuò a tenerla stretta, mentre la accompagnava dolcemente sotto le coperte… quella notte riuscì finalmente a dimostrarle tutto il suo amore…
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Punma, Bretagna ed Hathor erano ancora intorno al fuoco, quando, improvvisamente, sentirono Françoise gridare…
007 e 008 scattarono in piedi, dirigendosi verso la casa, ma furono seguiti da Hathor che, al contrario, si parò davanti a loro con le braccia spalancate.
“Ehi… dove credete di andare?”
Bretagna era preoccupatissimo “Ma non hai sentito? Era Françoise… potrebbero essere in pericolo… forse hanno bisogno d’aiuto…”
“Non sono in pericolo!” esclamò la ragazza “non hanno bisogno del vostro aiuto e di certo, in questo momento, non ve ne sarebbero affatto riconoscenti!”
I due compresero e si scambiarono uno sguardo imbarazzato…
“Ma…” cominciò 007 “ma… vuoi dire che… stanno…”
“Già… proprio così!” Hathor si divertiva un mondo… “Allora, amici miei…” disse loro, prendendoli sottobraccio “che ne dite di fare una lunga passeggiata per i boschi?”
“Lunga quanto?”
“Oh… beh… diciamo che un paio d’ore saranno più che sufficienti”.
Detto questo, li condusse lontano dalla sua casa, che per l’occasione era diventata la testimone della scoperta di un grande amore.
Parte 9
Era quasi l’alba, il sole faceva capolino dalle finestre e lambiva i loro corpi nudi. Françoise si era addormentata sul petto di Joe; lui al contrario non era riuscito a dormire neanche un minuto, la stringeva a sé ed era rimasto ad osservarla tutta la notte.
Che stupido sono stato… avrei dovuto farlo molto tempo fa…
Lei si mosse nel suo abbraccio ed aprì gli occhi, ancora un po’ assonnata…
“Buongiorno” le disse
“Buongiorno a te… ma… che ore sono?”
“Non lo so, ma è già mattino”
“E gli altri dove sono finiti?”
“Credo che abbiano dormito fuori…vista la situazione…”
Lei gli sorrise e fece per alzarsi, ma Joe la trattenne “Dove vuoi andare?”
“Ti sei dimenticato quello che dobbiamo fare? Abbiamo solo oggi per tentare di tornare a casa…”
“In questo momento è l’ultimo dei miei pensieri” si sporse ed iniziò di nuovo a baciarla, prima sulla bocca, poi si spostò lentamente sul collo…
“Joe… è tardi…”
Lui la fece rotolare di schiena e si allungò sopra di lei “Ti hanno mai detto che quando vuoi sei una gran chiacchierona?”, ma lei lo guardava con fermezza:
“Davvero, dobbiamo andare…”
Aveva perso la battaglia “Uff… che guastafeste…” la lasciò alzarsi, lei si avvolse un lenzuolo intorno al corpo e si mise a cercare qualche abito tra gli scaffali della stanza. Lui la seguiva con gli occhi…
“Sento il tuo sguardo” disse Françoise
“Beh… non c’è nient’altro da guardare” le rispose con un sorrisetto ironico stampato sulla faccia “… e poi lo spettacolo è molto interessante…”
“Ma smettila…” gli lanciò i suoi indumenti che, chissà come, erano andati a finire dall’altra parte della stanza “vestiti dai…non fare il buffone.”
Joe si alzò, un po’ dispiaciuto, ma le obbedì. Françoise, a sua volta, indossò una tunica bianca che si trovava a portata di mano..
In pochi minuti, furono pronti per raggiungere i loro amici.
“Joe…”
“Dimmi tesoro…”
“Che cosa faremo al nostro ritorno?”
“Che vuoi dire”
Lei sospirò “Voglio dire… questo è stato solo un momento di follia?... Tornerà tutto come prima tra di noi?”
Lui comprese benissimo i suoi timori… ma stavolta le cose sarebbero andate diversamente… la abbracciò e le sussurrò poche, semplici, parole: “No… te lo prometto… ti amo piccola mia… ti ho sempre amato, non ti lascerò mai più!”
Françoise scoppiò a piangere, ma non per rabbia, per paura… erano lacrime di gioia.
“Tu sei mia, sei soltanto mia…” la baciò a lungo, dopodichè uscirono… era giunto il momento di tornare a casa…
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“Oh… ma guarda chi si vede… dormito bene ragazzi? Ops… ma… avete dormito vero?” Bretagna cominciò le sue solite frecciatine, ma Hathor gli piantò un gomito nel fianco sinistro per farlo tacere.
“Come ti senti Françoise?” le chiese, cercando di cambiare discorso.
“Molto meglio grazie a te…”
“Non devi ringraziarmi… avresti fatto lo stesso per me”
Le due ragazze si abbracciarono… era nata tra di loro una splendida amicizia…
Punma intervenne “Dobbiamo muoverci… il tempo sta per scadere”
“Va bene… Hathor, come facciamo a tornare alla piramide del generale senza essere visti?” disse Joe
“Non dovrebbero esserci problemi… il funerale di Thinis è già stato celebrato in forma solenne, non dovrebbero esserci guardie intorno.”
“Perfetto… ma prima di andare, noi tutti volevamo esprimerti la nostra gratitudine per quello che hai fatto per noi… io in particolare…”
Hathor aveva le lacrime agli occhi “No, ho fatto solo il mio dovere…” poi si rivolse a Françoise “tieni… prendila” si tolse la collana con incastonata la pietra del bene e del male e la depose nelle mani di 003.
“Hathor… no… io non posso…”
“Voglio che la tenga tu… vedrai… ti porterà fortuna e in qualche modo ti servirà per ricordarti di me”
Françoise stava piangendo “Grazie, amica mia… non ti dimenticherò mai te lo giuro”
“Oh basta con le lacrime ora” disse “in fondo potrete sempre venire a trovarmi non è vero?” I quattro annuirono, senza dire una parola…” E’ ora che andiate… addio amici… vi porterò sempre nel mio cuore e che la grande dea-madre vi accompagni e vi protegga!”
Si salutarono, con la speranza nel cuore di rivedersi… un giorno non troppo lontano…
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Erano immobili nella sabbia… la piramide di Thinis sullo sfondo, aspettando…
“Beh… in qualche modo la missione è andata a buon fine…” disse Bretagna.
“Non abbiamo distrutto la pietra, ma ce l’abbiamo noi ora” intervenne Punma.
Françoise continuava a rigirarsi la gemma tra le dita… “A cosa stai pensando?” le chiese Joe…
“A tante cose…questo viaggio ha significato molto per me…”
I tre rimasero in silenzio ad ascoltarla “Sono cambiate così tante cose in pochi giorni… ho trovato una vera amica, anche se lontana di secoli da me…ho avuto finalmente l’amore che desideravo da tempo… non avrei mai creduto di provare tanta felicità…”
I quattro si unirono in un abbraccio sincero e rimasero così finché non sentirono la familiare sensazione di essere trascinati via…
“Torniamo a casa…” e mentre Joe diceva queste parole, le loro figure scomparvero dalla sabbia del deserto che circondava la grande piramide del generale Thinis.
"Ringrazio moltissimo il sito www.anticoegitto.net, dal quale ho potuto raccogliere numerose informazioni sulla cultura, gli usi ed i costumi dell'epoca egiziana, necessarie per la stesura di questa fanfiction. Grazie"
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